Oggi 1 marzo dovrebbe essere svolto l’ultimo incontro fra le cosiddette OO. SS. rappresentative e il Ministero dell’Istruzione per apportare eventuali modifiche al CCNI relativo alla mobilità del personale scolastico.
Come si ricorderà, il precedente contratto ha validità fino al prossimo anno scolastico per cui le norme sono confermate salvo eventuali integrazioni.
La situazione di cui si sta discutendo in questi giorni è l’eliminazione del vincolo quinquennale imposto a tutti i nuovi assunti che sono costretti a restare per 5 anni nella sede assegnata.
E’ il comma 17-octies dell’art. 1 del D.L. n. 126/2019, coordinato con la Legge di conversione n. 159/2019, che ha stabilito tale vincolo che, addirittura, per gli immessi in ruolo dal 01/09/2020 impedisce anche la presentazione della domanda di assegnazione provvisoria.
Altra cosa è il vincolo triennale che interessa coloro che hanno ottenuto una sede scolastica a trasferimento avendola indicata puntualmente (ossia con codice scuola oppure con codice comune se tale comune coincide con quello di ricongiungimento ai familiari).
Ed è proprio qui la questione: non siamo molto fiduciosi sulla possibilità del superamento del vincolo quinquennale in quanto lo stesso è stato stabilito con legge per cui riesce difficile pensare (sul piano giuridico) che il contratto possa derogare alla legge.
Non vorremmo che quelle cosiddette OO. SS. rappresentative, che si siedono al tavolo di contrattazione, ancora una volta vendano fumo illudendo, tanto per…dire….noi ci abbiamo provato.
Erano altre le strade da percorrere ed insistere sul piano legislativo.
Perchè i loro apparati sindacali molto vicini alla politica non hanno inciso per esempio sull’inserimento, nel recente provvedimento “milleproroghe” approvato nei giorni scorsi, di una norma, anche solo transitoria, visto il periodo pandemico, di congelamento del vincolo quinquennale?
Perchè l’emendamento, seppur proposto, non è stato supportato sindacalmente e politicamente?
Eppure in quel decreto milleproroghe è stato inserito di tutto e di più.
Al solito, si grida alla luna per poi ottenere nulla.